
<<Colui che insegna “sport” dovrà essere più di un semplice insegnante, dovrà essere filosofo, ricercatore, osservatore, storico ecc ecc>>
Questa frase l’ho ritrovata su un post it all’interno di un libro di pedagogia dello sport. Non ricordo se fosse una mia riflessione e un appunto preso dalla lezione del professore, ma trovo che sia vera, ed anche incompleta.
Ho iniziato questo percorso, perchè ho sempre amato fare sport, ho avuto i miei alti e bassi, interruzioni di percorso, ma fortunatamente ho ritrovato la retta via, e con essa, grazie anche ad una maturità diversa, nuovi stimoli e anche nuovi obiettivi.
Ormai più studio, e più sembra che non so nulla. E fra queste cose, vi è anche la figura che deve “insegnare”; prima era un quesito che ho sempre banalizzato, sbagliando, credendo che fosse una cosa semplice: io sono colui che sa, e chi viene da me, è colui che vuole imparare. Punto. Semplice, ma niente di più sbagliato.
Nella mia, poca (fortunatamente mi ritengo ancora giovane) esperienza, ho cominciato a capire che anche il concetto di sapere, non è proprio quello che spesso crediamo. Che cosa dobbiamo sapere? Quello che sappiamo è abbastanza? Quello che sappiamo è giusto? È utile?

Con colui che insegna sport, si dice tutto e si dice nulla, in quanto raggruppa un gran numero di figure; dall’allenatore, al preparatore atletico, al personal trainer, all’insegnante di educazione fisica. A prima vista, alcuni possono sembrare la stessa cosa, e in alcuni abiti lo possono anche essere, ma per esempio un allenatore, può non essere, e in questo caso, soprattutto ad alto livello, la stessa persona che fa il preparatore atletico; eppure entrambi insegnano sport, se così vogliamo dire, ma spesso uno fa la parte tecnica/tattica e fa la programmazione di un determinato sport, il preparatore atletico è colui che prepara l’atleta dal punto di vista fisico, sotto gli aspetti muscolari, atletici, energetici. Sono in questo caso delle figure molto diverse, eppure potrebbero avere delle conoscenze di base pressochè identiche. E il persona trainer? È un allenatore personale, che fa cosa? Dipende anche qui da quello che vuole fare il PT in questione. Può svolgere, se ha la certificazione per farlo, il ruolo di allenatore di una determinata disciplina, ed allenare il suo cliente per quella specifica disciplina, come può essere un istruttore di sala, o allenare i propri clienti per fini estetici, come muscolazione e dimagrimento, o per fini prestativi, come miglioramento di alcuni parametri importanti per la perfomance, quali forza massima, potenza, resistenza. Sono cose un po’ diverse l’una dall’altra.
Però credo che ognuno di essi, tolta quella che è la sua competenza, debbano avere dei tratti in comune, o comunque delle caratteristiche che facciano si che siano ritenuti degni di essere scelti da un cliente come allenatore/personal trainer/ preparatore atletico. E credo anche che sia una figura che abbia subito una grande evoluzione in questi anni, e che si andata ad abbracciare competenze, che prima forse non erano fondamentali, ma che ora, invece, lo sono.

Prima di tutto credo che un Allenatore (da qui inizierò ad usare solo questa definizione, che credo essere quella più generale) debba essere una guida. Se vai in montagna e non sei del “mestiere” ti affidi ad una guida, che non è colei che sa solo il percorso da A a B, ma conosce il posto, la fauna e la flora del luogo, sa leggere le carte e sa orientarsi bene,sa organizzare tutto quello che concerne una gita, come i mezzi di trasporto da usare, il percorso per arrivare al punto di partenza della gita, fare in modo che tutti siano informati di quello che servirà per la giornata, come il pranzo al sacco e l’attrezzatura adeguata per la gita, ecc ecc.
Ecco, l’Allenatore, nel proprio ambito ovviamente, deve fare la stessa cosa. Deve essere un punto di riferimento, una guida a 360 gradi, che deve essere capace di guidarti nella foresta, portandoti da A a B, anche attraverso delle deviazioni, sapere quali mezzi utilizzare per portarti da A a B, conoscendo a 360 gradi il mondo dell’allenamento, e non solo ( la nutrizione è un capitolo a parte, in quanto un allenatore non se ne dovrebbe occupare direttamente, ci dovrebbe essere un nutrizionista che deve fare da guida in questo ambito ). Ed essere una guida, non è una cosa così semplice. Non basta solo sapere: bisogna sapere, saper fare, e saper far fare, in pratica, dobbiamo saper mettere in pratica quello che sappiamo, e saperlo insegnare a chi richiede i nostri servizi.
Il saper far fare, probabilmente, è quello che distingue i bravi Allenatori; non ci facciamo nulla di tutto il sapere, se non siamo in grado di trasmetterlo agli altri.

Competenze in comunicazione, devono far parte delle competenze di un Allenatore, e ci serviranno non solo per riuscire a comunicare in modo efficace, ma anche per riuscire ad entrare in empatia con i nostri clienti. L’empatia è fondamentale per lavorare bene con i nostri clienti, per conoscerli, e tenerli in carreggiata anche quando non hanno voglia di allenarsi, o hanno problemi che non li fanno essere concentrati nel modo adeguato. Ogni tanto dobbiamo essere anche un po’ psicologi, essere disposti ad ascoltare quello che hanno da dire, spesso diventando dei confidenti, ma sempre cercando di mantenere chiaro l’obiettivo, e di chiacchierare in caso, fra una serie e l’altra.
Fondamentale e anche la propria filosofia, i valori che si vogliono trasmettere; quando si è un allenatore, soprattutto di uno sport, cercare di essere un esempio, di trasmettere i propri valori agli atleti, facendo in modo che essi ti seguano anche in capo al mondo, non è una cosa facile.
E spesso, purtroppo, nel nostro mondo anche l’abito fa il monaco; forse non tanto quando si parla di sport ad alto livello, in quanto il curriculum diventa molto più importante del vestito, ma a livello di palestra, di Personal Trainer, spesso puoi essere il migliore del mondo, ma se non indossa l’abito giusto, diventa molto difficile, o comunque più difficile lavorare.
Lo studio, l’aggiornamento, deve essere constante, per essere sempre al passo con le novità che la ricerca scientifica ci porta.
In sostanza, e questo forse è più un mio parere, l’Allenatore, o il personal trainer, è un operatore della salute. Deve essere quella persona in grado di procurare benessere a 360 gradi, cercando di instaurare nelle persone dei circoli viziosi positivi, partendo dall’allenamento, facendolo diventare un’abitudine positiva, che piano, piano va ad influenzare positivamente lo stile di vita della persona, come l’alimentazione, la postura, l’umore, e se riesci a diventare un esempio, positivo ovviamente, diventi un punto di riferimento a cui ambire.
Poi ci sono tutte quelle competenze non direttamente connesse con il lavoro con il cliente, ma più collegate a come trovare clienti, diventate molto importanti con l’avvento dei social network.
Con questa quarantena, ho potuto vedere sulla mia pelle, come le competenze di comunicazione e marketing sui social network, al giorno d’oggi siano essenziali; e per me che ho sempre lavorato solo in palestra, ed avuto un rapporto non proprio idilliaco con i social network, è stato come trovarsi davanti un muro; purtroppo non sono competenze che si imparano dall’oggi al domani, come qualsiasi cosa, ci vuole tempo, costanza, e voglia di mettersi in gioco. Chi ha sempre fatto uso di questi strumenti, ha sempre avuto una marcia in più, ma ora, con questa pandemia, la cosa si è fatta molto più evidente.

Una competenza fondamentale, dove haimè sono carente, ma sto cercando di migliorare, è la parte della vendita. Dopotutto noi offriamo un servizio a qualcuno che ne vuole usufruire, in cambio di denaro. Detto così sembra brutto, e lo è sempre sembrato anche a me, ma quando dico di imparare a vendere, non dico che uno deve vendersi a tutti i costi, o dire cose che non stanno ne in cielo ne in terra pur di vendere (tipo far perdere 30 kg in 6 settimane), ma parlo di competenze che servono a far in modo che la mia offerta si incontri con la “domanda”, che riesca a far percepire quelle che sono le mie competenze, la qualità del prodotto che vado ad offrire, il modo corretto di comunicare con qualcuno che è interessato al mio prodotto, capire quello che vuole il mio interlocutore, facendo le domande giuste; e la comunicazione torna ad essere importantissima sui social; io mi sono reso conto di non essere capace a parlare davanti ad una telecamera; non mi trovo a mio agio perchè non l’ho mai fatto, anche se fortunatamente è qualcosa che si può imparare e migliorare. Come l’imparare che ogni social ha il suo tipo di comunicazione, mezzi diversi con cui comunicare; su alcuni funzionano meglio foto e video corti, su altri vanno bene foto con testo e video più lunghi, ecc ecc, e sono tutte cose che bisogna studiare.
Arrivati alla fine di questo articolo, quale vuole essere la conclusione? La figura dell’allenatore/ personal trainer, deve essere una figura importante, preparata, ed avere diverse competenze che non riguardino solo l’allenamento. Deve essere una figura positiva, che deve trasmettere concetti positivi e migliorativi per la salute e la vita della persona con la quale lavora, e gli effetti devono andare oltre l’orario di lavoro con il proprio cliente, ed espandersi a tutti i momenti della giornata.
Siamo operatori della salute, e la salute non è solo fisica. L’OMS definisce il concetto di salute come: « uno stato dinamico di completo benessere fisico, mentale, sociale e spirituale, non mera assenza di malattia.»; pensiamoci quando lavoriamo, pensiamo a come possiamo rendere davvero salutare, per quanto ci è possibile ovviamente, e migliore la vita dei nostri clienti.
Al prossimo articolo
Bellissimo post
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